Michael Goolaerts aveva soli 23 anni e nella sua breve carriera ciclistica aveva gettato le premesse per diventare un buon corridore da classiche.
Dopo aver smesso con il pallone Michael aveva corso tra gli Juniores con la Juniors Balen BC, aveva esordito tra i dilettanti nel 2013 con la Ovyta-Eijssen per poi passare nell’agosto della stessa stagione alla Vérandas Willems, formazione Continental. Nel 2015 e nel 2016 ha corso con la Lotto Soudal U23 facendo lo stagista con la prima squadra e ottenendo un buon 9° posto alla Nationale Sluitingprijs Putte-Kapellen.
Sempre con la maglia della formazione belga ha vinto il GP de Blangy nel 2015 e una tappa del Tour du Loir-et-Cher nel 2016. L’anno scorso ha fatto ritorno alla Vérandas Willems-Crelan partecipando al Giro delle Fiandre e mettendosi in mostra con una lunga fuga di quasi 200 chilometri, il giorno seguente commentò: “200 chilometri all’attacco nelle Fiandre più belle. Pelle d’oca per tutto il giorno! Giornata indimenticabile!”.
Nella stagione in corso, essendo nella squadra del corssista Wout Van Aert, ha avuto la possibilità di partecipare a tutte le Classiche del Nord, un enorme soddisfazione per Michael, cresciuto nel cuore delle Fiandre. Il suo 2018 era cominciato tra Kuurne-Bruxelles-Kuurne (20°), Dwars door West-Vlaanderen (9°) e La Panne (20°). Il 1° aprile era partito per il suo secondo Giro delle Fiandre e come l’anno precedente si era inserito nella fuga di giornata anche se a causa di una crisi di fame prima del Muur aveva dovuto alzare bandiera bianca. “Ho fatto un errore da principiante”, scrisse, “Nei primi 60 chilometri ho mangiato troppo poco”.
Ieri era partito per la sua prima Parigi-Roubaix in carriera, corsa adatta alle sue caratteristiche. Come da copione è andato in fuga e ha dato cambi regolari mentre percorreva quei tratti di pavé che conosceva bene sin da bambino. Nel settore di Biastre Michael è caduto a terra, è rimasto lì, mentre la fuga se ne è andata.
Molto probabilmente il giovane corridore belga è caduto a terra a causa di un infarto e non viceversa, ma poco conta perché nulla cambierà la triste storia di un corridore morto mentre pedalava.
R.I.P Michael.
by Pietro Fasola