Michele Devoti è nel team russo Gazprom-Rusvelo dal 2016, ha fatto due anni solo come preparatore e poi è tornato a svolgere la duplice funzione di preparatore e direttore sportivo. Khamidulin, il manager della squadra, era un suo corridore negli anni 2000 e tra loro c’è un solido legame di amicizia e fiducia da tanti anni.

1-Quali sono i tuoi obiettivi da DS della Gazprom Rusvelo per il 2020?
L’obiettivo primario del team per il 2020 è migliorare sul piano internazionale, a tal proposito sono stati ingaggiati ben sei corridori stranieri. Negli anni scorsi invece, nel team erano presenti solo corridori russi poiché la squadra era nata come punto di riferimento per il ciclismo professionistico russo. Da quest’anno la direzione di Gazprom ha deciso di essere più internazionale e per ben figurare servirebbero delle belle vittorie.
2-Per un corridore il sogno più grande è vincere una grande corsa e per un DS?
Il sogno più grande per quest’anno è quello di vincere una grande classica italiana, è un sogno ma anche un primo obiettivo che ci siamo prefissi in squadra.
3- Dove vivono i corridori russi del team? Con che lingua comunicate?
Tutti i corridori russi del team vivono in Italia dove tra l’altro c’è anche la sede della squadra. Pur essendo una compagine russa, la lingua “ufficiale” è l’italiano che è conosciuto più o meno da tutti. Poi se qualcuno ha qualche difficoltà in più posso avvalermi del supporto degli interpreti quali Aleksandr Serov, Evgenij Petrov e Dmitry Konyshev che riescono a parlare perfettamente sia il russo che l’italiano.
4 – Quali sono a tuo avviso le corse meglio organizzate?
Le corse meglio organizzate, anche a livello mondiale, a mio avviso sono quelle di RCS Sport.
5- Qual è il luogo più bello che hai visitato in veste di direttore sportivo?
Per quanto riguarda un luogo europeo, ho avuto una bellissima impressione della Polonia. E’ un paese che mi ha colpito molto!

6- Qual è stata la gioia e la delusione più grande che hai ricevuto durante la tua carriera di DS?
Di gioie ne ho ricevute tante, tra le più belle la vittoria del GP della Liberazione nel 2013 da parte del bielorusso Ilia Koshevoy, la cronoscalata all’Alpe di Susi nel Giro d’Italia 2016 vinta da Alexander Foliforov, la vittoria di Sergey Firsanov al Giro dell’Appennino e alla Coppi&Bartali sempre nel 2016. Facendo un passo indietro al 1999 e 2000 ricordo con grande piacere vittorie di Daniele Bennati con il G.S. Grassi – Mapei e di Rinaldo Nocentini. Ma in tempi recenti la vittoria più bella è stata senz’ombra di dubbio quella di Foliforov al Giro. Grandi delusioni non ci sono mai state, sicuramente dispiace molto che Alexander Foliforov non corra più .
7- Immagino che per un DS oltre che vincere le corse possa essere una grande soddisfazione lanciare un giovane. A tal proposito hai un episodio da raccontare?
Daniele Bennati dal 1999 al 2001 ha fatto tre anni di Under23 con me e poi è stato in grado di vincere tanto tra i professionisti, tra cui diverse tappe al Giro, Tour e Vuelta. Poi anche Ilia Koshevoy che seguivo fin da juniores e poi è diventato professionista, anche se purtroppo non corre più 2018. Potrei citarne tanti altri soprattutto del team Grassi-Mapei tra il 1999 e il 2002.
8- Se potessi cambiare qualcosa nel regolamento dell’UCI, che cosa cambieresti?
Penso che l’UCI stia portando il ciclismo a diventare un circuito chiuso. Di conseguenza è difficile trovare le squadre minori, Professional e Continental ad esempio, che facciano da serbatoio ai grandi team WorldTour. Il calendario è sempre più fitto ed internazionale, le spese sono sempre più importanti e molte squadre minori non riescono ad essere competitive con i team WorldTour che dispongono di budget molto più ampi. Per le squadre Professional la situazione sta diventando problematica, prima o poi andranno a scomparire se si va avanti così. Andrebbero cambiate molte regole, soprattutto quelle inerenti agli inviti disponibili, ad esempio al Giro d’Italia ci sono in palio ancora solo tre posti per le formazioni Professional. Di conseguenza aumenta anche la concorrenza tra le Professional per potersi aggiudicare gli inviti alle corse più prestigiose.

9- Sei favorevole all’uso delle radioline durante le corse?
Assolutamente sì, perché sono molto comode e funzionali. Non è vero che per mezzo delle radioline le gare vengono rovinate, anzi esse permettono soprattutto comunicazioni inerenti alla sicurezza. Poi certamente vengono utilizzate anche per delle indicazioni tattiche, ma il modo di correre del ciclismo moderno con o senza radio con cambierebbe a mio avviso.
10- Come ti sei avvicinato al ciclismo?
Mi sono avvicinato al ciclismo perché mio padre faceva parte del team Casano e organizzava il Giro della Lunigiana per la categoria Juniores. Lui quindi mi ha trasmesso la passione per questo sport, ho corso anch’io qualche anno nelle categorie giovanili prima di dedicarmi agli studi che mi hanno consentito di diventare allenatore.
11- Quali sono il tuo libro, piatto e brano musicale preferiti?
Per quanto riguarda i libri, mi piace molto la quantistica e di recente è uscito un libro scritto da Omar Beltran intitolato “Sport quantico”. Un cibo che è sempre appetibile e gustoso è la pizza. Per quanto riguarda la musica ascolto un po’ di tutto, mi piace abbastanza Adriano Celentano.
Grazie a Michele Devoti per la disponibilità!
Articolo a cura di Pietro Fasola.