Simone Sano’, nato a Milazzo il 18 settembre 1997, ha disputato quattro stagioni nella categoria Under 23 rispettivamente con la Delio Gallina Colosio, l’U.C. Pregnana e l’Overall Cycling Team (sia nel 2018 che nel 2019) per poi approdare nel team Continental romeno Novak.

1- Come hai vissuto questo periodo di stop forzato?
1- Non è stato molto facile a livello mentale, sopratutto il primo periodo, quando c’erano parecchie incertezze anche sulla ripresa della stagione. Però aldilà di questo ho effettuato parecchie sedute di rulli e ho dedicato più tempo al corpo libero.
2- Da quest’anno corri con il Team Novak, una formazione Continental romena, come ti trovi? Che lingua parli con lo staff e gli altri corridori?
2- Questo come dici tu è il mio primo anno nel team Novak, ma ho già avuto la possibilità lo scorso anno di effettuare uno stage al Giro della Romania e posso dire di essermi trovato molto bene, per me era una novità poter correre anche con i professionisti e devo dire che non mi hanno fatto mancare nulla. Per quanto riguarda la comunicazione parlo italiano con il direttore sportivo e con gli altri cerco di farmi capire in inglese.
3- Sai già quando e dove tornerai a correre?
3- Raggiungerò il team i primi giorni di luglio, inizialmente effettueremo un ritiro e successivamente debutteremo al Sibiu Tour (credo sia questa la prima gara, a meno che non si faccia qualche corsa minore prima).
4- Quali erano i tuoi obiettivi a inizio stagione? Adesso sono cambiati?
4- Il passaggio in una nuova categoria, con un calendario completamente diverso a ciò che ero abituato, ha fatto si che non mi ponessi degli obbiettivi, quanto meno a livello di risultati. Posso dire che punto semplicemente ad attaccare il numero sulla schiena magari in corse dove ci sono grandi campioni, per poter apprendere da loro e per portare a casa un grosso bagaglio di esperienza.
5- Come ti stai preparando al rientro alle corse?
5- In generale non sto facendo nulla di molto diverso dagli altri anni, forse in mancanza di competizioni sto dedicando molto più tempo a dei lavori dietro macchina per cercare di simulare un po’ le gare oppure cerco di affrontare le salite in maniera meno regolare, cioè con delle ripetute, sempre per simulare gli sforzi e gli scatti delle corse.

6- Quali sono le tue caratteristiche tecniche? Hai un percorso o salita particolare su cui testi la tua condizione prima di una gara importante?
6- Me la cavo in salita, ma corro in un modo che mi allontana parecchio dai risultati, spesso mi piace entrare nelle fughe anche da lontano senza magari calcolare troppo cosa mi aspetta più avanti. Questo modo di correre mi ha dato una buona visibilità (anche in gare importanti) ma sono sempre stato lontano dai risultati. Non ho una salita in particolare dove testo la mia condizione, ma ti posso dire che un mese fa circa ho effettuato una scalata test di poco più di 20 minuti in provincia di Messina, magari prima di partire per le gare vorrei tornarci per vedere se ci sono stati dei miglioramenti.
7- Mi racconti una tua giornata tipo di allenamento?
7- Di solito alle 8 sono già in piedi, faccio una colazione abbondante con latte e caffè, cereali, fette biscottate e crostata, è una colazione molto “dolce” ma mi trovo bene così. Generalmente mi alleno da solo, ma non sempre è così, quando capita la compagnia è sempre ben accetta. Una volta rientrato dall’allenamento mangio e dedico gran parte del pomeriggio al recupero sopratutto se l’indomani mi aspetta un’altra giornata impegnativa. Se invece è prevista una giornata di scarico magari mi rilasso scendendo un po’ in spiaggia dato che abito a 500 metri dal mare.

8- Attualmente ti dedichi solo al ciclismo o stai terminando degli studi?
8- Mi sto dedicando principalmente al ciclismo, anche se nel periodo di quarantena ho intrapreso un corso online che nulla c’entra con il ciclismo in generale.
9- Cosa ti sta insegnando il ciclismo?
9- Dal ciclismo sto imparando che la costanza e la perseveranza sono le fondamenta per andare avanti (e questo rispecchia la vita in generale) non sempre però da questo sport si imparano solo cose positive, ma io ho la mia idea: il ciclismo “insegna” poi sta a te cosa imparare ed apprendere e cosa no. Facile.
10- Qual è il tuo soprannome in gruppo?
10- Non ho un soprannome che sento mio. Spesso, essendo della provincia di Messina alcuni mi attribuivano il nome di triglia o tonno facendo riferimento al soprannome dello “squalo” di Vincenzo Nibali, una cosa molto simpatica con la quale mi sono fatto parecchie risate con gli amici. Ma ripeto non mi sento legato a tutto ciò.

11 – Qual è il posto più bello che hai “visitato” durante una trasferta ciclistica?
11- Di posti ne ho visti tanti e spero di vederne ancora molti, ma nel cuore rimangono i paesaggi siciliani, dove sono nato e cresciuto. Al di fuori della Sicilia sono rimasto incantato della zona di Livigno e dalla scalata dello Stelvio.
12- Sei bravo ad aggiustare la tua bicicletta?
12- Sinceramente no, so fare il minimo indispensabile. Lascio fare ai meccanici anche se poi sono puntiglioso nel vedere se tutto è stato fatto a dovere.
13- Hai un corridore-idolo a cui ti ispiri?
13- Attualmente no, fino a qualche anno fa seguivo con piacere Cadel Evans proprio perché come ho detto prima simboleggiava la costanza e la perseveranza, soffriva ma non mollava e tutto ciò gli ha regalato grandi traguardi.
14- Quali sono il tuo libro, brano musicale e piatto preferiti?
14- In generale mi piace leggere autobiografie, ho apprezzato molto quella di Lionel Messi. Per quanto riguarda la musica generalizzo dicendo che ascolto un po’ di tutto, anche in base agli stati d’animo. Piatto preferito? Ultimamente le polpette di mia mamma e la carbonara della mia ragazza.
15- Se non fossi diventato un ciclista professionista che lavoro avresti voluto fare?
15- Parto dal presupposto che ancora non sono un vero professionista, anche se il sogno e l’ambizione sono sempre il salto nella massima categoria, per il resto è difficile risponderti a questa domanda, ho iniziato a correre dalla categoria G1 e il sogno da bambino era esclusivamente quello di diventare un professionista come quelli che vedevo in tv. Ora da grande magari ci sono delle altre idee, però penso che per la vita lavorativa ci sia sempre il tempo se si ha la buona volontà, nel ciclismo no, va fatto con il massimo dell’impegno e per tempo di età.
16- Descriviti con tre aggettivi.
16- Altruista, chiacchierone, permaloso.
Un ringraziamento speciale a Simone Sano’ per la sua disponibilità.
Articolo a cura di Pietro Fasola