Dalle Bocche di Cattaro all’Italia, Vladimir Vukasovic, lo “chef” della preparazione sportiva


Vladimir Vukasovic, nato a Cattaro in Montenegro il 13 novembre 1984, è un preparatore sportivo. “Sin da bambino ho coltivato l’amore e la passione per l’Italia, per i suoi luoghi, per la sua lingua, per i suoi sportivi e perché no, anche per colori rosso e nero del Milan. I miei idoli sin da bambino sono stati Marco Pantani per quanto riguarda il ciclismo e Stefano Borgonovo per il calcio. Ed è proprio da un celebre frase di quest’ultimo, che usava nella lotta verso la Sla (malattia che l’ha colpito durante il suo percorso di vita) che mi ispiro: “non c’è sconfitta nel cuore di chi lotta””.

“Sono una persona “vulnerabile” che dal mio punto di vista é uno degli aggettivi più belli della vostra lingua italiana . Vulnerabile è la somma di “vulnus” (ferita) con “habilis” (capace): uno che è capace di ferite, esperto in ferite. Sono le mie cicatrici (non i miei trofei) ad avermi portato fino ad essere uno dei preparatori atletici più stimati”.

Vladimir vive a Belgrado in Serbia, dove segue atleti di ogni parte del mondo, dall’Europa all’Asia passando per Stati Uniti e Oceania. “Oltre a seguire i ciclisti, mi occupo di preparare e formare atleticamente numerosi sportivi di rango internazionale. Dal calcio al basket, alla pallavolo e alla pallamano”.

“Il ruolo del preparatore atletico è quello di essere responsabile della condizione atletica dei ragazzi che segue, deve organizzare tutte le sedute atletiche settimanali, ogni singolo allenamento e collaborare a stretto contatto con la società per cui gareggiano. Per ora non appartengo a nessuna squadra, sono un libero professionista che si occupa di seguire diversi sportivi internazionali di molti sport diversi”. Vladimir fin dall’età di 8 anni ha amato allenarsi, ma ben presto si è accorto che la sua strada si sarebbe orientata alla preparazione dei professionisti piuttosto che alla propria carriera personale. “Finito il liceo a Belgrado, mi sono iscritto alla Facoltà di Scienze Atletiche”.

Quali competenze sono necessarie per intraprendere la carriera da preparatore? “Le competenze primarie sono l’amore e la passione per questo lavoro, dove ogni giorno c’è sempre da imparare, e rimanere aggiornati partecipando a corsi e meeting. Dal mio punto di vista personale è molto importante seguire gli aggiornamenti e le letture professionali, oltre che partecipare alle riunioni annuali che vengono svolte in diversi paesi europei.”

“Per quanto riguarda il ciclismo in Serbia, possiamo parlare di un movimento in grande crescita negli ultimi anni. Seguo personalmente quasi tutti i ciclisti serbi professionisti e sono a stretto contatto con loro. Sicuramente gli atleti più rappresentativi attualmente sono Dusan Rajovic (NIPPO DELKO One Provence) e Veljko Stojnic (Vini Zabù – KTM), ma altri due talenti di cui sentiremo parlare sicuramente in futuro sono Dusan Veselinovic e Mihajlo Stolic. Inoltre ho una stretta collaborazione riguardo alla preparazione atletica con la nazionale di ciclismo della Serbia“.

Qual è la parte che ti piace di più e quale di meno del tuo lavoro? “Nel mio lavoro fatico a trovare difetti. Mi piace tutto e non trovo nulla di davvero difficile. Mi piace essere creativo, perché ogni atleta ha caratteristiche e necessità differenti pertanto è importantissimo capire al 100% la persona che ti trovi davanti e lavorare intorno alle sue potenzialità e caratteristiche fisiche. Ogni atleta viene seguito costantemente 24 ore al giorno in ogni minimo dettaglio, e la mia forza è che non mi sfugge mai nulla”.

Il preparatore atletico lavora a stretto contatto con altre figure ? “Personalmente collaboro con un endocrinologo e un nutrizionista. Per arrivare al top della forma e per arrivare al massimo fino a fine carriera, l’atleta deve unire queste figure. Come sappiamo e come ci viene consigliato ogni giorno da qualsiasi medico, il cibo e di conseguenza la nostra alimentazione è un fattore molto importante per ottenere il massimo dal nostro corpo”.

Che consiglio ti senti di dare ad un giovane che vuole diventare preparatore? “A un giovane che vorrebbe iniziare la carriera di preparatore atletico, il primo consiglio ovviamente è quello di amare questo lavoro che richiede tanto tempo e sacrificio. Come ho già detto da questo lavoro non smetto mai di imparare qualcosa ogni giorno. Questo lavoro ti chiede tanto ma ti dà anche tanto. Io dico sempre che il preparatore atletico è come un cuoco, ogni giorno sforna una nuova ricetta, ovvero ogni giorno deve sempre trovare una soluzione al problema che gli pone l’atleta.

Nel ciclismo il preparatore atletico segue tutta la squadra, un gruppo di corridori o anche un singolo atleta? “Nel ciclismo ogni squadra professionistica ha un preparatore atletico che segue la squadra in ogni corsa, ma allo stesso tempo ogni ciclista ha un preparatore atletico personale che lo segue in ogni allenamento, nella fase di preparazione e soprattutto nella fase post gara. Io cerco sempre di collaborare a stretto contatto con i preparatori atletici delle varie squadre per aggiornarli ma anche per essere aggiornato sulla condizione di ogni mio singolo atleta. Sono una persona precisa e puntigliosa da questo punto di vista”.

Quali sono i tuoi obiettivi per il futuro a livello professionale? “Il mio sogno ovviamente è quello di poter lavorare per una squadra di ciclismo WorldTour. E ovviamente il più grande obiettivo è quello di portare uno dei miei ragazzi a vincere il Giro d’Italia che, da vero amante della vostra tanto bella nazione, rimane la mia corsa preferita”.

Grazie a Vladimir Vukasovic per la disponibilità.

Articolo a cura di Pietro Fasola.


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