
Cara Laura,
1-Come e quando ti sei avvicinata al mondo del ciclismo?
Mi sono avvicinata al mondo del ciclismo da un punto di vista professionale nel 2013, quando ho iniziato a lavorare per la formazione svizzera IAM Cycling. Questa è stata la mia primissima esperienza di gestione nutrizionale di un’intera squadra di ciclisti. Da un punto di vista affettivo e personale, si può dire che sono cresciuta in una famiglia amante dello sport e di ciclismo.
2-Cosa vuol dire essere il nutrizionista di una squadra di ciclismo? Quali sono i tuoi ruoli all’interno del team?
Essere nutrizionista in una squadra di ciclismo comprende diverse mansioni tra loro piuttosto eterogenee. Mentre in un team ci sono diversi direttori sportivi, coach e medici, c’è solo un nutrizionista, o ben che vada ce ne sono due. Quindi il nutrizionista si occupa di un maggior numero di atleti rispetto ai colleghi e spesso si trova a dover gestire da solo l’intera squadra. Il nutrizionista svolge un lavoro di base ed individuale con i diversi atleti su base giornaliera, e poi c’è tutta quella parte più generale di impostazione dei menù. Se c’è il cuoco si prepara il menù con lui, altrimenti si contatta l’hotel per negoziare il menù. C’è una preparazione e pianificazione della nutrizione per ogni gara che comprende anche il rapporto con i fornitori alimentari, la scelta degli ingredienti e delle materie prime. Semplificando suddividerei il mio lavoro in due parti: una più individualizzata e di rapporto singolo con il corridore e una più estesa e di impostazione generale della nutrizione di tutta la squadra.
3-Il nutrizionista è una figura fondamentale nel ciclismo moderno?
Io sono un po’ di parte nel dare questa risposta, ma direi francamente di sì e lo è sempre di più. L’importanza della nutrizione sportiva è crescente sia nell’ambito ciclistico che nello sport in generale. E’ uno dei margini di miglioramento più inesplorati.
4- Ci possono essere grandi differenze di alimentazione tra un corridore e l’altro? Ti è mai capitato di lavorare con corridori vegetariani o vegani?
Assolutamente sì, la nutrizione è un fattore altamente personale, legato alle tradizioni culinarie e gastronomiche che appartengono a ciascun atleta. Anche a parità di esigenze la modalità di nutrizione scelta può essere molto diversa tra un corridore e l’altro, ci sono più modi per raggiungere lo stesso obiettivo. Mi è capitato di lavorare con corridori vegetariani e una volta anche con un atleta vegano.
5- Mi racconti una giornata tipo di un corridore in un giorno di corsa per quanto riguarda l’alimentazione ?
Il corridore in genere fa colazione tre ore prima della partenza e la colazione da un punto di vista qualitativo è molto simile tra una gara e l’altra. In base alle peculiarità della gara stessa si può aggiustare la proporzione degli alimenti e le loro quanità. Di base c’è l’utilizzo di alimenti ricchi in carboidrati a lento rilascio come riso basmati, pane integrale o porridge, a cui si aggiungono fonti proteiche magre come prosciutto, omelette con uova fresche o yogurt greco, ed infine alcune fonti di grassi come avocado o frutta secca oleosa. Nell’avvicinamento alla gara il corridore in genere “mangiucchia” degli snack glucidici o delle barrette. Durante la gara c’è una strategia specifica nutrizionale in modo che il corridore sia guidato al meglio, è sbagliato dire in maniera corretta perché la nutrizione non è una scienza esatta e la tattica e l’evolversi della corsa sono imprevedibili. Si cerca di guidare il corridore affinché inserisca borracce di maltodestrine, sali, gel e barrette. Mentre nel recupero post-gara in genere si ricorre ad un frullato di proteine a cui si abbina una porzione solida di carboidrati. Quindi indicativamente si bevono le proteine e si mangiano i carboidrati sotto forma di patate, riso e pasta. Durante il trasferimento verso l’hotel può essere che il corridore mangi un po’ di frutta secca o frutta fresca, poi se il giorno dopo si corre ancora, la cena è completa con un primo e un secondo piatto.
6- Come cambia l’alimentazione dei corridori tra i giorni di allenamento, riposo e gara?
Cambia moltissimo perché le esigenze specifiche sono fortemente diverse. Quindi nei giorni di riposo si tende a ridurre l’apporto calorico-glucidico che al contrario si innalza esponenzialmente nei giorni di gara. Durante i giorni di allenamento la variabilità è più ampia, infatti la nutrizione è ricamata intorno al programma di allenamento e alle sue caratteristiche.
7-Per non rischiare una crisi di fame, un corridore come dovrebbe alimentarsi e idratarsi correttamente in corsa? Ogni quanto e cosa dovrebbe mangiare e bere?
Qui generalizzare è difficile. Diciamo che ci sono due buone regole di base, una è inerente all’idratazione e l’altra alla nutrizione. La prima buona regola può essere bere una borraccia da 500 ml ogni ora, mentre la seconda è assumere una rice cake, una barretta o un gel ogni 20/30 minuti circa.
8-Che cosa ti dà maggior soddisfazione nel tuo lavoro?
Soddisfazioni me ne vengono in mente tante e fatico a scegliere le più emblematiche. Certamente il rapporto che si instaura all’interno della squadra con i colleghi e il corridore stesso, questa relazione permette di condividere le vittorie ma sopratutto i momenti difficili. Direi che la condivisione delle soddisfazioni e dei momenti difficili con l’atleta è una soddisfazione grande per me. E poi mi ritengono privilegiata ad essere riuscita a vivere di quello che mi piace, ciò mi dà molta soddisfazione.
9-Quando non segui il team di cosa ti occupi?
In primis di due bellissimi bimbi di 10 e 6 anni, e poi lavoro privatamente in libera professione presso il Poliambulatorio Sport Science di Paese, vicino Treviso.
10-Qual è il luogo più bello che hai attraversato durante una trasferta ciclistica?
La Norvegia mi è rimasta nel cuore, l’Artic Race of Norway che ho fatto nel 2015 mi ha colpito. Posti meravigliosi e bellissime persone, ci siamo sentiti accolti da gente veramente ospitale in luoghi magici . Inoltre ho una passione per le saghe del nord sia da un punto di vista letterario che cinematografico.
11- Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Da un punto di vista professionale mi ritengo ambiziosa, quindi ho parecchi sogni nel cassetto. Mi piacerebbe fare un dottorato di ricerca, sperimentare e lavorare con continuità in sport diversi dal ciclismo per fare altre esperienze, lavorare in nazionale ma ancor di più riuscire ad andare almeno una volta alle Olimpiadi. Da un punto di vista personale, da mamma i pensieri vanno verso i miei bimbi, che stiano bene, siano felici ma soprattutto sereni.
12- Per finire, quali sono libro e brano musicale preferiti?
Il mio libro preferito è “L’ultimo principe di Irlanda” di Morgan Llywelyn, mentre la mia canzone preferita è “Chasing Cars” degli Snow Patrol.
Grazie per la disponibilità a Laura Martinelli!
Articolo a cura di Pietro Fasola.